Estratti da “quaderno di 12 temi” (estate 1929)

Alcuni temi tratti da un “Quaderno di 12 temi”, composti da Giovanni Fornasini nell’estate 1929.

Tema 1. Davanti ai genitori con l’esito degli esami

Come fu lunga la settimana dopo gli esami. Un giorno mi sembrava un secolo. I genitori e i superiori mi domandavano com’erano andati gli esami. Io non potevo rispondere perché ancora non lo sapevo. Ma…. Oh la mia tristezza. Quando andando verso il Collegio seppi da alcuni miei compagni che ero stato rimandato in Italiano e Calligrafia! Questa notizia mi metteva nel cuore una profonda tristezza e non sapevo come farlo a dire ai miei genitori e superiori. Pian piano andai verso casa. Non piangevo ma se avessi pianto sarebbe stato meglio per me, perché il pianto è uno sfogo… Glielo dissi. In quel momento non mi dissero nulla, ma poi la mamma disse: “Vedi, se avessi studiato un po’ di più, potresti avere i regali promessi, ma invece studierai tutta l’estate se vorrai rimediare a ottobre, altrimenti quest’altro anno andrai a lavorare all’officina con tuo fratello.

Tema 2. I vostri divertimenti e lavori nella vacanze

Il mio divertimento preferito è quello della bicicletta. Oh come si gode quando trovandosi con due o tre si fanno delle sfide. Nel mese di Maggio quando si andrà a servire la Messa quanto mi vorrò divertire, ma non solo, accompagnerò pure i miei compagni. Ma non sempre posso prendere la bicicletta, perché lo svago va bene, ma più di tutto il lavoro!”.

Ho il dovere di aiutare il babbo nel suo servizio, portare pacchi e così guadagno almeno le scarpe che ne consumo tante. Poi al mattino ho il dovere di aiutare l’arciprete che fa tanto per me, Faccio il servizio da chierico e da sagrestano: mi piace molto. Infine aiuto la mamma a fare le faccende di casa, perché ella è a lavorare, quindi il far tutto, il più possibile, andare a l’acqua, far la spesa, pulizia della casa.

Tema 6: Visita a una famiglia povera

Saggio-Lettera

Caro amico,

Tu sai della famiglia di Giacomino, di quel nostro compagno che ha dovuto lasciare la scuola, per andare a lavorare, e guadagnare qualche cosa per la sua disgraziata famiglia.

Ascolta.

Erano felici e vivevano benino, perché il babbo lavorava e guadagnava abbastanza nel suo mestiere di muratore. Ma un brutto giorno il pover’uomo cadde da un ponte alto e venne raccolto, trasportato all’ospedale in uno stato compassionevole, dove vi rimase molto tempo; poi ne è uscito zoppicante. La madre poveretta fu per morire di dolore, per la sventura e ne è rimasta scossa. Figurati che oltre Giacomino vi sono altri tre piccini da sfamare, non hanno nulla, fuorché il misero guadagno di lire 6 al giorno. La mamma è sempre ammalata e ci vogliono le medicine. Il padre ha provato a domandare lavoro, ma nessuno vuol prenderlo vedendolo debole e malmesso.

Son gente buona ed onesta, essi non si lamentano né imprecano, ma soffrono in silenzio. Poverini, mi fanno compassione!

Quando li vedo quei poverini così malmessi, vorrei essere ricco per soccorrerli. Ma mamma li chiama spesso e dà loro da mangiare; altri vicini danno la legna, altri vestiti. Ma non si può dare molto perché siamo poveretti anche noi.

Perciò mi rivolte a te, affinché tuo padre se può trovi un po’ di lavoro per quel disgraziato. Vedrai che il Signore ti ricompenserà.

Ti saluto, tuo affezionatissimo

Fornasini Giovanni

Tema 8. Le occupazioni del babbo e della mamma

Oh quanto si affaticano i miei genitori per mantenere il necessario nella famiglia, perché non manchi nulla! Il babbo ha un lavoro continuo dalla mattina alla sera, così pure la mamma. Il babbo è impiegato alla posta e fa il procacciato di Porretta. Porta i sacchi della posta dall’ufficio al treno e dal treno all’ufficio; poi deve portare i pacchi al popolo del paese ed io lo aiuto, così guadagno qualcosa, almeno le scarpe che ne consumo tante. La mamma si alza la mattina presto e fa la sveglia… a me che devo andare in chiesa a servire la Messa e a mio fratello che va in officina. Per circa quattro mesi va alle Terme come bagnina, e così guadagna per mantenermi alla scuola. Alle faccende aiuto io. A volte quando si trovano stanchi, dicono: tutto questo lavoro non lo facciamo per noi, ma per voi.

Tema 11. Qualche volta l’esser buoni v’è costato fatica, ma poi la voce del Signore nella coscienza v’ha confortato.

Erano venuti trenta centimetri di neve e un’aria freddissima. La mamma come al solito mi era venuta a chiamare e ricordarmi dell’adunanza dell’apostolato e della S. Comunione. Io dapprima non volevo andare ma la coscienza mi diceva che facevo male. E la mamma disse: “Se vuoi rimanere rimani pure, ma te ne pentirai”. Detto ciò non pensai al freddo di fuori. Mi vestii in fretta e furia, un fregone agli occhi e via all’adunanza per prepararmi alla Santa Eucaristia. Ricevemmo tutti insieme l’Ostia Santa… Ritornammo a casa contenti e beati con Gesù che palpitava nel nostro cuore.

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