Solo nel 1998 (dopo più di cinquant’anni dagli avvenimenti) si è aperta a Bologna la fase diocesana del processo di beatificazione dei tre parroci membri del presbiterio bolognese morti nelle cruente vicende di Marzabotto e di Monte Sole (don Giovanni Fornasini, don Ubaldo Marchioni, don Ferdinando Casagrande) dopo che, su impulso delle rispettive famiglie religiose, tre anni prima era stato aperto un procedimento analogo nei confronti di don Elia Comini, salesiano, e di p. Martino Capelli, dehoniano, uccisi a Pioppe di Salvaro. Molti e complessi motivi possono in parte spiegare questo abbondante lasso di tempo, che per altro non ha impedito che il ricordo, la riconoscenza e l’affetto della gente e dei confratelli proponesse fin da subito occasioni per una preghiera di suffragio che si è confermata per cinquant’anni
Finalmente nel 1976 diversi parroci della zona di Monte Sole firmarono una petizione rivolta all’arcivescovo Antonio Poma per un recupero diocesano di quella memoria. Vi fu quindi un primo lavoro di raccolta di documenti e testimonianze da parte degli uffici della cancelleria della curia diocesana di Bologna.
Tuttavia il fatto che segnò la vera svolta nell’attenzione qualificata della diocesi nei confronti di Monte Sole fu il primo pellegrinaggio diocesano nel settembre 1983 guidato dall’arcivescovo mons. Enrico Manfredini sui luoghi della strage, evento che segnò il ritorno fisico e simbolico di una Chiesa locale che recuperava luoghi e memorie per tanto tempo trascurate.
L’anno successivo arrivò la prima risposta ufficiale da parte dell’allora amministratore diocesano pro tempore, mons. Vincenzo Zarri che costituì una commissione storico-teologica sugli avvenimenti di Monte Sole. Essa lavorò alacremente per un intero anno raccogliendo frutti di ricerche e di testimonianze dirette che negli ultimi anni si erano orientate anche alla ricerca volta a ricostruire la vita delle comunità cristiane raccolte attorno alle loro tradizioni e ai loro pastori. Le ricerche finalmente cominciarono a essere svolte anche indagando i riscontri archivistici dell’impianto interpretativo.
A conclusione dei lavori della Commissione nel giugno 1985 si rafforzò la determinazione a raccogliere sistematicamente e ufficialmente a nome della Chiesa di Bologna, da parte dei testimoni ancora disponibili, le dichiarazioni a futura memoria per l’eventuale istruzione del processo canonico.
Così- dieci anni dopo- il 3 dicembre 1995 si aprì la fase diocesana per la beatificazione dei due religiosi, don Elia Comini salesiano e p. Martino Capelli dehoniano, le cui risultanze furono poi inviate nel 2001 alla Congregazione per le cause dei santi.
Due scatti del 15/09/1985: Pellegrinaggio diocesano a Monte Sole
(sopra: don Giuseppe Dossetti e il card. Giacomo Biffi)
Con decreto in data 4 ottobre 1998 il cardinale Giacomo Biffi disponeva l’apertura della causa di beatificazione dei presbiteri diocesani don Giovanni Fornasini, don Ubaldo Marchioni e don Ferdinando Casagrande sulla base della valutazione della documentazione già raccolta, del parere favorevole dei Vescovi della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna e del nulla osta della Santa Sede da parte della Congregazione per le cause dei santi.
A causa del prolungarsi di vicende anche luttuose coinvolgenti il costituito Tribunale Delegato per lo svolgimento del processo canonico, che rallentarono significativamente il procedere dell’istruttoria, in data 27 aprile 2010 si è proceduto da parte del cardinale Carlo Caffarra alla nomina di un nuovo Postulatore della causa nella persona di mons. Alberto Di Chio. Di seguito il cardinale Caffarra costituiva la commissione storico archivistica designando a farne parte don Angelo Baldassarri, presidente, la dottssa Alessandra Deoriti e il dott. Nicola Apano. Furono inoltre nominati mons. Giovanni Silvagni come giudice delegato per il processo di canonizzazione e suor Silvia Maria Todesco, come notaio attuario .
I lavori del nuovo gruppo nominato furono portati avanti nell’anno e mezzo successivo e la fase diocesana del processo si concluse ufficialmente il 16 novembre 2011 con il trasferimento di tutta la documentazione alla Congregazione delle cause dei santi per la fase vaticana del processo.
Servizio di DodiciPorte del 24/11/2011
Il 13 dicembre 2013 la Congregazione delle Cause dei Santi Roma ha riconosciuto la validità giuridica della causa e il 27 giugno 2014 ha nominato come Relatore della Causa Mons. Maurizio Tagliaferri.
Lo studio delle prove testificali e documentarie ha indotto il Postulatore della causa, Ulderico Parente, sentito il parere del Relatore, a chiedere alla Congregazione delle Cause dei Santi in data 1 luglio 2016 il cambiamento del lemma della Causa del Servo di Dio don Giovanni Fornasini, domandando che si procedesse non più sulle virtù, la vita e la fama della santità, ma per “la via del martirio”, richiesta accolta il 21 ottobre 2016. Il 29 maggio 2018 i Consultori storici hanno espresso parere favorevole al riconoscimento del martirio, così come i Consultori teologi il 10 dicembre 2019.
Il 21 gennaio 2021 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei santi a promulgare il decreto riguardante il martirio del servo di Dio Giovanni Fornasini, ucciso, in odio alla fede, a San Martino di Caprara il 13 ottobre 1944.
Il 7 aprile 2021 la Segreteria di Stato vaticana ha comunicato al Card. Matteo Maria Zuppi che “il Santo Padre ha concesso che il Rito della Beatificazione del Servo di Dio don Giovanni Fornasini, sacerdote martire, abbia luogo a Bologna il 26 settembre 2021. Rappresentante del Sommo Pontefice sarà l’Em.mo Card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi”.
Domenica 26 settembre 2021 nella Basilica di San Petronio si è svolta la cerimonia di Beatificazione alla presenza di oltre un migliaio di fedeli. La Messa è stata concelebrata dal Card. Zuppi insieme ad altri Vescovi, fra i quali Mons. Luigi Bettazzi, compagno di seminario di don Fornasini. Presenti in Basilica anche numerose autorità e delegazioni giunte dai comuni di Bologna, Marzabotto, Lizzano in Belvedere e Alto Reno Terme. Anche i familiari di don Giovanni, tra cui la nipote Caterina, erano presenti alla cerimonia.